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I miei primi dubbi

Mi chiamo Gloria e ho quattro anni. Papà dice che sono grande, ma io so che sono ancora piccola quando mi viene sonno in braccio a lui. Papà è il mio posto sicuro. Profuma di casa anche quando siamo fuori.

Io amo il mio papà tantissimo. Lui mi prende in braccio forte e io so che non cado. Quando camminiamo insieme mi sento alta, come se potessi vedere tutto meglio. Papà ride con gli occhi, anche quando la bocca non ride.

Io non mi ricordo la mia mamma. Papà dice che c’era, che mi voleva bene, ma io non la vedo nei sogni. Nei sogni c’è solo lui. Per questo ho sempre pensato che papà fosse solo mio. Non perché sono cattiva, ma perché così mi sembrava giusto.

Un giorno ho visto papà con una donna. Non come quando parla con le signore gentili. Era diverso. Lui sorrideva in un modo nuovo. Io l’ho guardato e ho sentito una cosa strana nella pancia, come quando perdi un gioco e non sai dove è andato.

Io non so bene cosa fanno i grandi quando si vogliono bene. So solo che ho pensato, piano piano, se adesso papà mi vorrà un po’ meno. Forse è una domanda sciocca. Io penso di farne tante, ma papà dice che nessuna domanda è davvero sciocca e che devo farle quando voglio.

Papà mi ha preso la mano e io ho capito che non era arrabbiato, non era lontano. Era sempre lui. Solo con un sorriso in più. Io allora ho pensato che forse l’amore non è una cosa sola. Forse ce ne sono tanti, e non si rubano tra loro.

Io voglio bene a papà come una bambina vuole bene. Forte, semplice, tutta insieme. E anche se ho avuto un dubbio, so che quando mi stringe sono ancora a casa. Anche se il mondo cresce con me, un po' alla volta.