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Sorrisi, Musica, e Pam

Siamo arrivati al festival nelle prime ore insieme a Pamela, ma ricordo chiaramente che, mentre cercavo di montare la tenda nel fango, mi sono detto: “sì Justin, sei nel posto giusto”. L’area era così affollata che sembrava che tutti facessero la fila per respirare. Ma per me contava solo una cosa: gli High Flying Birds sarebbero saliti sul palco. La mia vena blues vibrava già all’ingresso.

Poi è arrivata Pamela. Ci sono persone che, sotto le luci di un festival, brillano, si mescolano alla musica, e quando danzano sembra che alterino il ritmo dell’universo… lei è così.

Abbiamo ballato come matti. A volte non seguivamo il ritmo, era il ritmo a inseguire noi. Abbiamo fumato, bevuto, detto parole folli ma bellissime. A un certo punto non so se sia caduto un bicchiere, io, o se Pamela abbia preso me o io lei. Ma ricordo il suo sorriso. Ero proprio sul confine dell’innamorarmi.

Poi siamo andati alla nostra tenda. Ci siamo sdraiati uno accanto all’altra, ascoltando il brusio della folla mescolato alla musica. Guardavo il volto di Pamela mentre parlava; in quell’istante il festival è diventato ancora più bello. Il cuore e la testa si sono ammorbiditi.

Sono arrivati Mary e gli altri. Abbiamo riso ascoltando i piccoli gruppi sul palco. Abbiamo persino fatto un piano strategico per gli indumenti intimi da lanciare alla band.

Vincent, ignorando gli sguardi stupiti, continuava il suo celebre “ballo del pesce schiaffeggiato”. Ho detto che non lo conoscevo, ma nessuno mi ha creduto.

Il festival continua ancora. Il fango è sulle mie gambe, l’alcol nello stomaco, la musica nelle orecchie… Ma nella mia mente restano il sorriso di Pamela, il suono della mia band preferita e quella dolce eccitazione del giorno.

A volte la vita è come quando gli High Flying Birds salgono sul palco, kanka: arriva una canzone… e tutto diventa più bello.